Geologia e idrostratigrafia profonda della Pianura Padana occidentale


Un volumetto con CD ma che potete anche scaricare dal sito
MOLTO interessante in quanto ci aggiorna, sullo stato delle conoscenze sulla pianura piemontese sia stratigrafiche che idrogeologiche.
La Regione Piemonte, il CNR Istituto di Geoscienze e Georisorse di Torino e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Torino hanno realizzato il presente progetto di ricerca, finalizzato allo studio degli acquiferi “molto profondi” e alla valutazione dei relativi volumi utili di acqua dolce, mediante un approccio stratigrafico moderno basato sull’analisi di bacino applicata a scala regionale.
La ricerca si è concentrata sui tre principali bacini messiniano-quaternari piemontesi (il Bacino di Savigliano e il Bacino di Alessandria a sud e la terminazione occidentale del Bacino Padano a nord) con approccio multidisciplinare: geologico stratigrafico, strutturale, micropaleontologico ed idrogeologico. L’integrazione delle diverse competenze ha consentito di migliorare notevolmente l’affidabilità della ricostruzione idrostratigrafica, permettendo di sviluppare, per la prima volta, un modello tridimensionale dell’intera successione pliocenico-quaternaria piemontese.
In particolare, l’applicazione di un approccio stratigrafico, basato sull’interpretazione di linee sismiche a riflessione e di dati di pozzo integrata con datazioni e analisi micropaleontologiche, ha permesso di ricostruire un quadro deposizionale più organico ed aggiornato dei bacini piemontesi e di ricostruire tridimensionalmente le geometrie dei corpi sedimentari, le tipologie e la distribuzione delle litofacies e dei principali ambienti sedimentari (continentale, transizionale, marino), nonché la localizzazione delle principali strutture tettoniche.
Tali informazioni, indispensabili per l’analisi idrogeologica, hanno fornito la base dati per l’individuazione delle diverse tipologie di acquiferi, per l’attribuzione del grado di permeabilità e per il calcolo dei volumi d’acqua disponibili.
L’analisi idrogeologica ha quindi raggiunto nuovi importanti obiettivi:
l’individuazione, nelle successioni sedimentarie profonde piemontesi, della distribuzione delle principali formazioni acquifere e di quelle a bassa permeabilità;
l’identificazione delle aree potenziali di ricarica, delle direzioni di flusso e delle zone di recapito dei flussi profondi dell’acqua all’interno dei differenti acquiferi;
l’analisi della distribuzione delle acque salate in profondità;
il riconoscimento della posizione e geometria a grande scala della superficie di separazione tra acque dolci e acque salate profonde e di conseguenza la stima, nei tre bacini studiati, dello spessore complessivo della successione potenzialmente utile per la captazione di acque sotterranee: i relativi valori oscillano da poche decine di metri e 900 metri.
Auguri di Buone Feste

1 commento:

  1. Altro volume recentemente apparso:
    le acque sotterranee della pianura vercellese, le falde profonde. settembre 2010. Provincia di Vercelli - ATO 2.
    Non ancora on line.

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